Che cos’è il cammino di Santiago?

Il cammino di Santiago è un pellegrinaggio iniziato nel Medioevo con lo scopo di arrivare a Santiago di Compostela, attraverso tutta l’Europa, per rendere omaggio alle reliquie dell’Apostolo San Giacomo.

Ad oggi esistono 6 itinerari principali:

  • Cammino Francese : 770 km da Saint Jean Pied de Port a Santiago
  • Cammino Portoghese : 630 km da Lisbona a Santiago
  • Cammino Primitivo : 290 km da Oviedo a Santiago
  • Cammino del Nord : 830 km da Irun a Santiago
  • Cammino Sanabrese : 340 km da Granja de Moreruela a Santiago
  •  Via della Plata : 960 km da Siviglia a Santiago

L’itinerario più famoso e importante è il Cammino Francese che parte da Saint Jean Pied de Port, per poi valicare i Pirenei fino ad attraversare il confine con la Spagna. Il cammino francese è stato anche riconosciuto come patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO nel 1993.

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La storia del cammino di Santiago di Compostela

La storia antica del cammino di Santiago è legato al ritrovamento delle reliquie di San Giacomo. Alcuni racconti antichi spiegano che i resti dell’Apostolo vennero ritrovati grazie a una scintilla di stelle cadenti visti da alcuni parrocchiani della chiesa. Infatti il nome Santiago di Compostela viene proprio da Campus Stellae (campo della stella), il luogo esatto dove ritrovarono i resti dell’Apostolo.

Negli anni la storia del cammino di Santiago ha subito diverse importanze, ma il motivo principale di questo pellegrinaggio rimane legato alla religione della chiesa Cristiana.

Santiago di Compostela è adesso uno dei luoghi più visitati dai pellegrini che vengono da tutto il mondo. Ogni anno milioni di persone intraprendono il cammino di Santiago attraverso i diversi itinerari soprattutto per i suoi motivi spirituali e religiosi.

Cammino di Santiago – Perché maestro della vita?

Sono passati 2 mesi da quando sono tornata dal mio pellegrinaggio e posso dirti che il cammino di Santiago è stato in assoluto il più grande maestro di vita che io abbia mai avuto.

Ma lascia che ti racconti come sono arrivata ad avere questa consapevolezza partendo dall’inizio.

La mia decisione di partire per il cammino di Santiago non è stato premeditato né tanto meno sognato. Negli ultimi anni io e Federico abbiamo vissuto una vita da nomadi in giro per l’Asia, questo nostro stile di vita diverso ci ha portato a conoscere persone che avevano fatto il cammino e questo ci aveva sempre affascinati, ma non avevamo mai sognato davvero di farlo.

I nostri piani erano diversi, ma poi nel mese di Febbraio è arrivata la Pandemia che ha stravolto completamente i nostri progetti. L’estate l’abbiamo passata vivendo dentro una bolla di insicurezze verso il futuro e perdendo quell’equilibrio che ci eravamo conquistati negli ultimi mesi, per questo motivo abbiamo deciso di partire.

La nostra partenza non è stata presa per motivi religiosi bensì per qualcosa di più grande, è stata una decisione legata intimamente alla ricerca di noi stessi e forse anche della nostra spiritualità legata all’universo.

1 Agosto 2020 – Partenza da Saint Jean Pied de Port

Iniziamo il nostro cammino per Santiago di Compostela, seguendo le tappe del cammino francese, il più importante fra gli itinerari. Partiamo da Saint Jean Pied de Port e il cammino ci da il benvenuto con una forte e incessante pioggia mentre saliamo i Pirenei, la catena montuosa che ci separa dai confini della Spagna. Negli ultimi 2 anni avevamo attraversato diversi paesi con aerei, navi, treni o bus ma mai avremmo immaginato di farlo con solo i nostri piedi.

Arrivati a Roncesvalles, destinazione della prima tappa, l’emozione è stata fortissima. Le gambe sembravano voler scoppiare dalla stanchezza, il cuore sembrava voler uscire dal petto. Le lacrime scendevano intense lungo il mio viso come la pioggia che abbiamo sopportato per 25 km.

Io e Federico siamo partiti senza programmare niente così abbiamo deciso di seguire le tappe ufficiali dell’itinerario, e dopo una settimana ho capito che il cammino non è affatto una passeggiata a livello fisico. Nessuno, a meno che non abbia già fatto il cammino, è davvero preparato per affrontare tutti quei km al giorno.

Ed è così che ho capito la mia prima lezione, rispetta il tuo corpo. Il cammino non è una gara, ognuno di noi deve fare il percorso ascoltando e rispettando il proprio fisico se vuoi arrivare alla fine.

E questo vale anche con chi hai deciso di percorrere il viaggio, io e Federico non andavamo sempre allo stessa velocità e km dopo km abbiamo capito quanto sia importante ascoltare il corpo e rispettare i propri limiti per goderci a pieno l’esperienza, senza voler per forza camminare al ritmo degli altri compagni.

Dopo una settimana dalla nostra partenza ho detto addio ai dolori fisici, le mie gambe mi portavano fino alla tappa successiva senza farmi rimpiangere il giorno in cui avevo deciso di partire, e le mie spalle si erano ormai abituate al peso che mi portavo ogni giorno.

Ma oltre ai dolori fisici ho detto addio anche a qualcos’altro, alla mia solitudine.

In quella prima settimana si era già creato un bel gruppo di pellegrini con cui abbiamo conquistato città dopo città della Spagna. Il gruppo si è creato così spontaneamente che, senza neanche rendercene conto, non ci siamo più staccati l’uno dall’altro. Ovviamente ognuno andava a proprio passo ma ci ritrovavamo sempre a destinazione.

Io ho amato con tutto il cuore quel gruppo che ormai considero la mia famiglia del Cammino. Eravamo un bel gruppetto di persone provenienti da tutte le parti del mondo: Italia, Spagna, Germania, Filippine, El Savador, Ecuador, Brasile e Nepal.

Quella famiglia, tremendamente bizzarra con tutte le sue diverse sfumature, mi ha insegnato che quando si tratta di anime siamo tutti uguali, non esiste distinzione. Quelle persone mi hanno insegnato che non servono mesi o persino anni per creare un legame forte e sincero, serve solo aprire il cuore al prossimo.

Adesso andiamo avanti fino al giorno 10 del cammino.

Arriviamo a Burgos dove iniziano le mesetas, il deserto della spagna considerata la parte più difficile del cammino. Effettivamente confermo che quei 180 km da Burgos a Leon sono stati la parte più difficile dove abbiamo sofferto mentalmente. Abbiamo attraversato il deserto spagnolo in 6 giorni cercando di arrivare il prima possibile a Leon.

Solitamente le mesetas sono considerati il tratto più difficile per il caldo elevato di Agosto, e come se non bastasse in quel tratto del cammino non sono presenti molti alberi dove poter prendere un po’ di ombra e riposarsi dal sole. Noi per non si sa quale fortuna dall’universo siamo stati graziati con una settimana di pioggia e un freddo molto insolito. Ovviamente eravamo molto grati per esserci evitati il caldo, ma anche il freddo e la pioggia hanno reso comunque l’idea della difficoltà.

Nel deserto spagnolo i paesaggi non cambiano mai, alcuni tratti sono deserti per almeno 20 km e davanti a te hai davanti solo un lungo percorso tutto uguale senza vederne la fine. Ricordo la mia mente vagare nella disperazione chiedendomi a ogni passo quanto mancasse. Ricordo che ero fragile come non lo ero mai stata e mi ripetevo che non ce l’avrei fatta. Sentivo di essere arrivata al limite.

Ma poi ho imparato una cosa, un piccola magia.

Ho capito che a volte dovevo solo fermarmi. Dovevo solo meditare e ascoltare la natura che mi circondava per riprendere il controllo e continuare ad andare avanti fino alla meta.

E così il cammino mi ha insegnato un’altra grande verità, la forza della mente è in grado di portarti oltre i tuoi limiti.

Giorno dopo giorno ho sentito crescere la mia spiritualità, la vera magia che solo il Cammino sa regalarti.

Nel cammino mi è sembrato di perdermi nell’universo e di ritrovarmi. 

Abbiamo sempre la tendenza a fantasticare sulle cose che non esistono, senza vedere le grandi lezioni che si rivelano ai nostri occhi.

Paulo Coelho

Nei miei passi mi perdevo nell’osservare tutto quello che avevo intorno. Non c’erano macchine che mi distraevano ma scoiattoli e non c’erano lampioni che mi illuminavano la strada alle 4 del mattino ma le stelle. Quante volte guardiamo per davvero il cielo di notte? Nel cammino abbiamo dormito sotto un milione di stelle e quello era tutto il lusso di cui avevo bisogno.

Le mie parole potranno sembrarti assurde ma nel cammino io non ero solo io, non ero una persona passeggera che camminava in mezzo alla natura come un’estranea.

Nel cammino mi sono ritrovata e ho sentito di far parte dell’essenza di ciò che avevo intorno. Mi sono sentita tutt’uno con l’universo, e quella sensazione di grandezza e unione è stata di gran lunga la cosa più intensa che abbia veramente mai provato in tutta la mia vita. Ricordo di aver guardato il cielo e di aver pianto, non so per quale motivo, ma ero lì presente e mi sentivo parte di qualcosa di grande.

Adesso ritorniamo a quando ti ho detto all’inizio, al motivo del perché siamo partiti.

Per ritrovarci. Io e Federico siamo partiti per il cammino con l’idea di trovare il nostro silenzio. Negli ultimi anni abbiamo imparato ad apprezzarlo, soprattutto quando ne sentiamo il bisogno. E’ diventato ormai come un’ancora di salvezza. Siamo partiti per ascoltarci dentro, perché negli ultimi mesi ci siamo sentiti persi di nuovo.

Ma questa ricerca forzata di isolamento e di silenzio nel cammino è stata una grande fonte di stress e delusione. Eravamo circondati costantemente da persone che hanno reso la nostra voglia di isolarci molto difficile. Non nego che ho avuto grandi momenti di difficoltà sotto questo aspetto perché avevo ben chiaro quale fosse il mio obiettivo, ritrovarmi nel mio silenzio e solitudine. Eppure ero sempre circondata da persone che pur quanto meravigliose mi distraevano.

Sentivo che stavo sbagliando, che ero partita per un obiettivo e mi stavo allontanando piano piano. Mi sembrava di fallire.


Ma poi ho capito, ho capito che non stavo sbagliando ma semplicemente ero troppo dura con me stessa. Dovevo guardare le cose con occhi diversi. Infondo partiamo sempre con delle aspettative, con degli obiettivi precisi, ma la vita riesce sempre a sconvolgerci nel modo più incredibile.

Ho capito solo dopo che io stavo ritrovando me stessa proprio grazie a quello che il cammino mi stava donando, che la mia anima trovava risposta nella condivisione e non attraverso il silenzio.

Quando si va verso un obiettivo è molto importante prestare attenzione al cammino. È il cammino che ci insegna sempre la maniera migliore di arrivare, e ci arricchisce mentre lo percorriamo.

Paulo Coelho

Per questo il cammino è in assoluto il mio più grande maestro di vita. 

Mi ha insegnato a rispettarmi, a gioire per la mia forza, ad amare le nuove possibilità, a meravigliarmi dalla semplicità, ad aprire il mio cuore al prossimo, ad osservare il mondo con consapevolezza, e a sentirmi tutt’uno con l’universo.

Santiago, è stato un grande traguardo.

30 Agosto 2020.

Arriviamo a Santiago di Compostela dopo 770 km percorsi a piedi.

Sono stati 30 giorni di cammino.

30 giorni di stanchezza dove abbiamo portato ogni peso con il nostro corpo. 

30 giorni di fatica mentale.

Ma soprattutto sono stati i 30 giorni più intensi della mia vita.

Trenta giorni di condivisione, di nuovi orizzonti, di traguardi raggiunti, di esperienze uniche, di unione con la natura, di felicità e libertà. Arrivati alla fine ero infinitamente grata perché, dentro di me, sapevo che ero una persona migliore di quando ero partita.

E questo è il proprio regalo più grande che ogni viaggio può lasciarti alla fine dei tuoi passi.

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